LETTERA DALLA STORIA
Sotto il sole del Genio italiano
Illustre signore, quando ne le passate sere d’inverno leggevo
avidamente i suoi bei versi, e gli ammiravo dal profondo dell’animo, e sentivo il cuore battermi forte di affetti nuovi e liberi, mi venne molte volte il desiderio di scriverle una letterina in cui si racchiudessero tutti questi
sentimenti e questi palpiti giovanili. Prendevo il foglietto e la penna, ed
ascoltando la voce gentile dell’anima tiravo giù le prime righe con una furia e un ardore indicibili; ma nel voltar pagina mi assalivano a un tratto cento
curiosi pensieri che mi costringevano a smettere, ed a scuotere la testa come per dire: che gran sciocco son io! Io le parlo co’l cuore su le labbra, e sento
dentro di me una commozione vivissima, e mi trema la mano nel vergar queste righe.
Io voglio seguire le sue orme: voglio anch’io combattere
coraggiosamente per questa scuola che chiamano nuova, e che è destinata a vedere trionfi ben diversi da quelli della chiesa e della scuola di Manzoni; anch’io mi sento nel cervello una scintilla di genio battagliero, che mi scuote tutte le fibre, e mi mette nell’anima una smania tormentosa di gloria e di pugne; anch’io voglio consacrare a l’arte vera i baleni più fulgidi del mio ingegno, le forze più potenti della mia vita, i palpiti più santi del mio cuore, i miei sogni d’oro, le mie aspirazioni giovanili, le tremende amarezze, le gioie supreme. E voglio combattere al suo fianco, o Poeta! Ma dove mi trasporta l’ardore?Mi perdoni signore, e pensi che io ho sedici anni e che son nato sotto il sole
degli Abruzzi.
Gabriele D’Annunzio a Giosuè Carducci.
------
Quando ho letto questa perla, mi si è illuminata la giornata. A pensare che un sedicenne con quelle speranze, scrivesse così ad Carducci, per poi diventare un grande poeta.
1 commento:
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
Posta un commento