lunedì 25 maggio 2009

Due appunti sul Darfur


"La Coordinazione Darfur è lieta di presentare una storia vera:

" The Devil Came On Horseback "

Un film di Annie Sundberg e Ricki Stern

Prodotto da Break Thru Films production in associazione con Global Grassroots e Three Generations

Versione Italiana.

Info: www.coordinazionedarfur.blogspot.com ; www.thedevilcameonhorseback.com
"




"Trailer del documentario di Raphael Broniatowski (Coordinazione Darfur - Croce Rossa di Padova) sui nuovi flussi migratori dal Darfur, dal Corno d'Africa e da regioni nei Nord del continente verso Israele. Interviste a rifugiati, volontarie di associazioni no profit, un giovane politico israeliano. Montaggio: Cristina Spizzamiglio. Aminazioni e grafica: Elena Dalmasso"

il complotto dei complottisti

Dopo anni di lavoro e ricerche sono giunto ad una conclusione.
utilizzando i loro stessi metodi, dico.

Internet è una cospirazione inventata dai complottisti per diffondere le loro teorie a livello di massa, e convincere tutti delle loro cazzate.

le prove?

non ne ho bisogno, sono un complottista.

domenica 17 maggio 2009

Nuovo libro di Paolo Guzzanti "Il mio agente Sasha"

Volevo scrivere una recensione, ma non credo saprei fare meglio.

Scritto da Elisabetta Setnikar
domenica 17 maggio 2009

Paolo Guzzanti, giornalista, scrittore, conduttore televisivo e vicesegretario del PLI, nel suo ultimo libro – "Il mio agente Sasha" La Russia di Putin e l'Italia di Berlusconi ai tempi della seconda guerra fredda, Aliberti editore –, appena uscito, da attento e profondo analista dalla politica e della storia sia italiana che mondiale – da protagonista, in questo caso –, ci racconta per filo e per segno cosa sta succedendo al tavolo verde della politica internazionale, tra Putin e Berlusconi, tra quello che si dice e quello che accade, quello che si vuol far credere e quello che non si dice. Lo scrive sulla base non di impressioni o sensazioni, ma di documenti e testimonianze inconfutabili degli interessati e dei protagonisti, delle sue esperienze e coinvolgimenti diretti.
Bukovsky, uno dei personaggi di questa storia dice: «sulla verità trionfa sempre la bugia, perché la bugia fabbricata con cura rende ridicola la verità»; ma Guzzanti che della verità è paladino ingaggia con determinazione la sua battaglia contro le menzogne grandi e piccole che soffocano il nostro paese e ci porta, mi verrebbe da dire, là dove "non è permesso andare": e invece ci conduce, in realtà, dove è nostro diritto andare, diritto di cittadini che siano realmente liberi in una nazione realmente libera. Ci conduce lungo il percorso attraverso il quale si è consumato il più clamoroso scandalo del dopoguerra italiano ad opera dei servizi segreti, la vicenda della Commissione Mitrokhin. Proprio quella che è conosciuta da molti in Italia con l'epiteto di «bufala». Hanno cercato di minimizzarla, ridicolizzarla, e quando il gioco non è riuscito più, hanno dovuto uccidere: e tutti noi abbiamo in mente la foto di un Sacha Litvinenko morente in un letto d'ospedale. Ma la verità prima o poi viene a galla.
È una verità che porta molto in alto, ai rapporti fra Italia e Russia così come sono stati interpretati dai due "amici" Putin e Berlusconi, con il secondo indotto a superare ogni remora di tipo politico e ideologico, di fronte alla difficoltà di uscire dal ricatto energetico in cui l'Italia si è cacciata nell'ultimo ventennio, e alla permanenza di opposizioni dure da superare contro una strategia energetica realistica e necessariamente anche nucleare. Paolo Guzzanti ne scrive approfonditamente e senza mezze misure, nella speranza che gli italiani possano comprendere quel che è accaduto negli ultimi anni della nostra storia, come e in quale contesto.
Guzzanti è un uomo solo, che non ama essere omologato e che è avvezzo a vedere contestate continuamente le sue affermazioni: considera queste contestazioni, talvolta formulate in buona fede, più spesso strumentali, come un'occasione per verificare la solidità e la fondatezza delle sue tesi. E a tutti coloro che quasi quotidianamente gli muovono le stesse accuse, come quella di aver lasciato il Pdl perché Berlusconi avrebbe sacrificato la Commissione Mitrokhin, i cui risultati farebbero tremare molti, in nome di un'utile alleanza con Putin al fine di assicurare a noi tutti gas, commesse industriali, un ruolo più pesante in politica estera come "mediatore" con l'Unione europea, risponde sempre e a chiare lettere che la sua decisione di rompere con Berlusconi è stata dettata dalla posizione che questi ha assunto, non tanto quando si dichiarò "amico personale" di Putin, ma piuttosto dopo l'invasione della Georgia da parte della Russia, avvenuta trovando il consenso del leader del Pdl.
Guzzanti ha sempre dichiarato, e questo non è un fatto smentibile, che se Berlusconi avesse fatto realpolitik, avrebbe continuato a criticare Putin, ma non avrebbe lasciato il PdL.
Ma Berlusconi non fa realpolitik.
Se è vero che anche gli altri leader occidentali fanno affari con la Russia e si litigano i mercati energetici sgomitando tra loro quanto più possono per il bene dei loro paesi, è anche vero che questo accade perché l'Unione Europea non è ancora riuscita a coordinare una politica energetica comune.
Stando così le cose se non vuoi mandare in malora il tuo paese devi per forza stare al gioco, ma il problema è che a questo si partecipa solo rispettando una serie di regole (alcune scritte altre no) e a chi non lo fa guadagnando posizioni approfittando degli "spazi di manovra liberi" aggirando le regole, quando se ne presenterà l'occasione, verrà servito un conto molto salato.
Quello che è successo dopo l'invasione della Georgia è che Berlusconi ha allontanato l'Italia dall'Alleanza Atlantica ed ha sfidato gli altri leader europei occupando gli "spazi di manovra liberi"
E' necessario rendersi conto della gravità di questo comportamento di Berlusconi che non ha precedenti nella storia della Repubblica, e nessun altro paese occidentale, nemmeno la Germania, che dipende dalla Russia più di noi, è arrivata a tanto.
Ed ecco i " fatti " non le chiacchiere o ipotesi :
dopo l'invasione della Georgia, Berlusconi, esattamente il giorno prima che l'UE si riunisse per decidere se sanzionare o no la Russia, è andato in Libano ed ha firmato un patto di amicizia redatto nel giro di 24 ore, nel quale l'Italia in palese violazione degli accordi sottoscritti con l'Alleanza Atlantica e con la Nato, si impegnava a non concedere in uso le basi militari presenti sul proprio territorio per attacchi contro la Libia.
48 ore dopo Condoleeza Rice era da Gheddafi
52 ore dopo Cheney era in Italia.
Pochi giorni dopo Berlusconi dichiara a Bruxelles che lo scudo spaziale difensivo americano previsto in Polonia è una provocazione degli Stati Uniti contro la Russia e questa dichiarazione nel linguaggio diplomatico non è da intendersi come un'opinione a titolo personale (sarebbe stata un'opinione se non l'avesse espressa Berlusconi, ma un altro politico italiano).
Dopo che l'Europa aveva deciso di non sanzionare la Russia, ma aveva optato per la sospensione del dialogo, pochi giorni prima che l'UE si riunisse di nuovo per decidere se riprendere i rapporti diplomatici o meno, Berlusconi è volato in Russia ed ha presenziato ad una cerimonia ufficiale, davanti ai media internazionali, e così tutto il mondo veniva a sapere che l'Italia avrebbe stretto accordi commerciali con la Russia per una quantità e volume di affari significativamente superiore rispetto alla media percentuale precedente (in un solo anno aumento del 60%).
Durante la sospensione del dialogo UE-Russia era tacito un accordi tra i leader che, sebbene gli affari commerciali avrebbero continuato a svolgersi regolarmente, nessun leader europeo avrebbe dovuto siglare accordi di partnership con la Russia.
Sempre in questo intervallo di tempo, quando tutti i leader avevano oramai chiaro che in Ossezia non c'era mai stata nessuna emergenza umanitaria, Berlusconi ha dichiarato che, secondo l'Italia, la Russia aveva avuto tutto il diritto di difendere i propri cittadini dall'aggressione della Georgia in Ossezia del Sud, perché Sakhashvili, palesemente alleato degli Usa, Presidente di un paese che è chiaramente l'avamposto degli interessi della comunità occidentale nel Caucaso, è un dittatore spietato che stava commettendo un genocidio di russi.
Tradotto in un linguaggio diplomatico questa dichiarazione significa: l'Italia non riconosce la validità degli impegni sottoscritti al suo ingresso nell'ONU perché ritiene che un paese possa violare la sovranità nazionale di un altro senza prima interpellare l'ONU.
Ora, alla luce di questo fatti, possiamo divertirci a cercare di trovare anche un solo leader europeo che faccia realpolitik quanto noi, che abbia preso posizioni simili a quelle di Berlusconi durante il periodo di sospensione del dialogo con Mosca.
Detto, spiegato e chiarito tutto questo annotiamo che è un Guzzanti sereno ed emozionato quello presentatosi ieri alla fiera del libro del Portello a Torino per presentare questo suo lavoro, atteso da un grande numero di persone, e accompagnato dalla figlia Sabina la quale, seppur in minor misura, è parte in causa anche lei, poiché è testimone della vicenda narrata nel libro.
Era il Natale del 2006, Alexander Litvinenko era morto da poco e il linciaggio mediatico di Scaramella e Guzzanti in pieno svolgimento, quando l'autore una notte ebbe un incubo in seguito al quale si chiese che cosa avrebbero pensato di lui i suoi figli, quale ricordo avrebbero avuto se lui fosse morto in quel momento. Li invitò, quindi, a casa sua e spiegò loro come stessero realmente le cose, le sue idee e le sue battaglie.
Sabina, in seguito, lo intervistò su tutta la storia e le interviste sono tutte sul web e youtube (1 2 3 4 5 6 ). Sempre Sabina è testimone dell'intervista a Bukovskij, poi lo accompagnò anche da Gordievskij che tenne nei suoi confronti (essendosi lei dichiarata comunista) un atteggiamento nel contempo burbero e affettuoso; e andò con lui anche da Boris Volodarskij che ha scritto insieme a Gordievskij il libro Kgb's Poison Factory: From Lenin to Litvinenko - La fabbrica dei veleni, storia degli avvelenamenti avvenuti nell'Unione Sovietica- Russia dai tempi di Lenin fino a Litvinenko (ISBN10 0760337535 - ISBN13 9780760337530 – Il libro sembra essere introvabile, forse in ristampa nel 2010). È poi andata a Londra, ha girato filmati e ha accettato di partecipare a tutto ciò oltre che per affetto nei confronti del padre anche per sua curiosità personale e politica: e se i rapporti tra padre e figlia sono resi difficili dalle diverse posizioni politiche, ciò non ha comunque impedito un dialogo, magari intervallato da lunghi silenzi: Paolo è intervenuto in varie circostanze in difesa della figlia, e questo è stato contraccambiato con la sua partecipazione alla presentazione di questo libro, dove entrambi erano visibilmente emozionati dalla inusuale compresenza e vicinanza in pubblico.
Verità, dunque! Ora a disposizione di tutti, di tutti coloro che amano la libertà, di tutti coloro che non si vogliono schierare a prescindere, che non sono succubi delle ideologie ma amano ragionare. Una verità scritta a chiare lettere da questo giornalista che con passione ed energia persegue il suo ideale senza paura e con determinazione esemplari.
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Breve (e di scarsa qualità) estratto della presentazione alla fiera del libro di Torino

Un piccolo passo per una donna?


Dopo aver ottenuto il diritto di voto attivo e passivo solo nel 2005, nel Kwait sono state elette le prime 4 parlamentari donne.

Un piccolo tassello nell'emancipazione femminile nel mondo islamico è stato aggiunto.

Sono velate, si, ma sono parlamentari.

http://www.corriere.it/esteri/09_maggio_17/kuwait_donne_parlamento_27fbfcdc-42e5-11de-94da-00144f02aabc.shtml

martedì 5 maggio 2009

La nuova web tv di Paolo Guzzanti


Sulla Home page del blog www.paologuzzanti.it
Sarà totalmente artigianale, non so che tipo cose ci saranno, ma credo che sarà interessante.
Questo preciso momento ci sono le prove tecniche.


Staremo a vedere.

lunedì 4 maggio 2009

MIGNOTTOCRAZIA

Il punto di vista dell'"editore di riferimento" di Tetris,La7, Paolo Guzzanti, che accusa il premier di una visione politica troppo legata all'immagine