mercoledì 3 dicembre 2008

Rutelli: vanno tolti i figli a chi li manda a mendicare

Bravo Rutelli!
Finalmente hai tirato fuori le palle.


Accetteremmo mai che la nostra vicina di casa si piazzi sul marciapiede a chiedere l’elemosina con il figlio seminudo accanto...? E accetteremmo mai che il marito della signora, poi, passi a ritirare i soldi?». Le domande retoriche se le pone Francesco Rutelli che, anche in forza di una lunga esperienza in Campidoglio, ha fatto un salto nel leggere per intero la sentenza con cui la Cassazione ha derubricato, da riduzione in schiavitù a maltrattamenti in famiglia, il reato contestato dalla corte d’Appello di Napoli a una madre rom che praticava il «manghel» (accattonaggio) part-time con il figlioletto semisvestito anche di inverno. Rutelli non si limita all’indignazione. E per questo fa una proposta al Pdl: «Bene Maroni, che con il suo ddl raccoglie la proposta mia e di Amato sull’inasprimento delle pene per chi impiega i minori nell’accattonaggio. Ma, se la maggioranza è d’accordo, io proporrei che in ogni caso scatti la privazione della potestà genitoriale...».

Lei propone la linea dura ma è vero che la Cassazione ha cercato di differenziare tra il nomade adulto che riduce in schiavitù e il genitore rom che si fa accompagnare nell’attività di accattonaggio «molto radicata nella cultura e nella mentalità di tali popolazioni».
«Io non intendo criticare i magistrati. Prendo solo atto del dispositivo della sentenza anche se culturalmente non lo condivido. Penso, infatti, che noi dovremmo affermare con forza una visione universale dei diritti umani. I bimbi—senegalesi, rom, italiani — sono tutti uguali perché nel nostro Paese l’inquadramento di una persona al di fuori delle condizioni della convivenza civile non può essere tollerato».

Vieterebbe l’accattonaggio, come propone la Lega?
«Se un adulto è costretto a fare l’accattonaggio non commette reato perché qualsiasi persona potrebbe trovarsi in condizione di necessità, anche se è dovere della comunità sostenere le persone più povere. Ma l’accattonaggio sistematico, organizzato da alcune comunità rom, non è tollerabile perché vivere nel nostro Paese credo significhi anche superare aspetti di tradizioni evidentemente deteriori ».

Il ddl Maroni all’esame del Senato prevede un inasprimento delle pene per chi sfrutta i minori di 14 anni nell’accattonaggio. Che farà il Pd?
«In realtà un inasprimento delle pene, grazie a un emendamento per il quale mi sono molto battuto in consiglio dei ministri, era già previsto nel ddl Amato. La mia proposta, seppure non prevedesse un automatismo tale da far configurare sempre la riduzione in schiavitù, produceva gli stessi effetti del reato più grave, con tanto di pena accessoria di perdita della potestà genitoriale in caso di condanna per l’impiego di minori nell’accattonaggio».

Maurizio Gasparri (Pdl) ha annunciato emendamenti. Collaborerete?
«Io, innanzitutto, confermo che bene ha fatto il ministro Maroni a raccogliere quella norma che aveva previsto anche il governo Prodi. Ben venga poi un’intesa con il Pdl per ripristinare l’automatismo che, in presenza di minori di anni 14 portati sulla strada a mendicare, preveda le sanzioni proprie della riduzione in schiavitù».

La proposta Rutelli, dunque, inasprisce la pena prevista dal ministro Maroni?
«Rutelli va oltre Maroni? Se vogliamo, mettiamola così per il semplice motivo che queste erano le intenzioni originarie che ho sostenuto in seno al governo Prodi. La proposta politi- ca, ora, consiste in un appello bipartisan: migliorare il testo prevedendo la perdita della potestà genitoriale anche in caso di condanna per il delitto di impiego di minori nell’accattonaggio. Con una pena edittale più alta, da 3 mesi a 3 anni e 6 mesi, per consentire l’arresto in flagranza e il ricorso alla direttissima. Un rito più rapido, effettivamente dissuasivo: così i giudici avrebbero un chiaro riferimento della volontà del Parlamento».

Scusi Rutelli, da presidente del Copasir (Comitato di controllo sui servizi, ndr) come fa a seguire questo genere di problematiche?
«Guardi, le dico che nella nostra prima relazione al Parlamento sulla tratta degli esseri umani ci sarà un capitolo consistente sullo sfruttamento dei bambini che coinvolge migliaia di minori non accompagnati giunti nel nostro Paese. Molti di loro sono sfruttati sessualmente, per l’accattonaggio, per il lavoro minorile. Tutto ad opera della malavita senza che, devo dire, l’intelligence si sia occupata a fondo della tratta negli anni passati: poca cooperazione internazionale, scarse analisi su gli interessi che alimentano una spietata criminalità».

Lei si è occupato molto del dramma dell’infibulazione. Anche per questa pratica illegale c’è bisogno di misure di polizia?
«Fortunatamente contro la pratica dell’infibulazione, che spesso è un’imposizione dei capi maschi capace di generare violenza e atroce umiliazione in alcuni gruppi etnici, c’è stata una grande mobilitazione culturale femminile. Il fenomeno sembra ridimensionato, in Italia, grazie anche alle strutture come il servizio di medicina preventiva della migrazione del San gallicano guidato dal dottor Aldo Morrone. In queste ore, in cui i pescatori di Mazara del Vallo hanno salvato dalla morte sicura centinaia di immigrati, riconosciamo le virtù civili di un Paese in cui va tutelata sempre la vita e la dignità umana. Anche dei bimbi rom agli angoli della strada».

Dino Martirano
03 dicembre 2008

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