giovedì 20 novembre 2008

I vari tipi di conservatorismo

sabato 15 novembre 2008

Quelli che tengono all'università

Università Statale di Milano, via Festa del Perdono

venerdì 14 novembre 2008

Con L'America!!! Blogs against Russia

Con l'articolo "Con l'America o con Berlusconi?" su l'Occidentale
"
Finalmente negli si apre un serio dibattito sull'avicinamento con la Russia.

Mi sembra chiaro ed evidente che questa Russia non è come molti, in primis berlusconi la dipingono.
E' evidente che con metodi quantomeno mafiosi tenta di ristabilire la sua area di influenza perduta negli anni '90. La Russia crede di essere nel XIX secolo, gli Stati Uniti sono saldamente ancorati al tempo presente, mentre l'Europa crede di vivere un pacifico mondo post-moderno, governato da leggi e giustizia. Sarebbe bello. Sarà così solo quando tutte le nazioni del mondo saranno realmente democratiche. Cosa che è ben lontana.

La Russia è governata da una cricca politico-mafiosa che usa la violenza e le minacce sia all'interno che all'esterno. Il numero di giornalisti uccisi è incredibile, ma di più il silenzio che li ha circondati nella libera Europa occidentale, con una sola eccezione, la Politkovskaja.

Ha invaso la Georgia, minacciato la Polonia, intimidito i politici filo-occidentali dell'Europa orientale. Ha usato l'energia come arma per minacce. Collabora con l'Iran. Ha costruito la guerra in Cecenia per fini politici interni, conducendola come ai tempi dell'URSS in Afganistan.

E Berlusconi cosa fa? Vuole fare l'amicone della Russia? Diventare il primo partner commerciale di un paese dove dissentire è pericoloso
Prende per buona la versione Russia sull'aggressione alla Georgia?

E l'informazione di centro-destra che fa?
Il Giornale acconsente, altri per quel che ne so tacciono.
L'Occidentale almeno ha preso una posizione sensata, altrimenti si che sarebbe stato grave.

Almeno i blog si facciano sentire !!



mercoledì 12 novembre 2008

martedì 4 novembre 2008

Il pericolo trattativista

Il XX secolo ha dimostrato che l'essenza della diplomazia (nel caso di nazioni nemiche) è la trattativa fra nazioni ,che almeno per un momento fanno finta di essere eguali. Chiaramente non è così. Può essere per ragioni morali, economiche e politiche, gli attori in gioco pensano di essere “un po' meglio” dell'altro e per questo ricerca per se il massimo interesse. Questa è la realtà, il resto sono solo fumose chiacchiere che si raccontano i diplomatici, illudendosi con le loro stesse fesserie.

Ben pochi sono i casi in cui la trattativa ha portato a risultati soddisfacenti per entrambi, cioè nel caso che entrambi i contendenti siano ragionevoli, questo sia ha solo con democrazie liberali, forse un unica eccezione: la condivisione degli stessi interessi per far fronte ad un comune nemico.
Quando un regime non democratico cerca la pace, succede non solo sa di essere in uno stato di inferiorità, ma esplicita questo suo stato. Per la soddisfazione reciproca le due parti devono essere equilibrate, altrimenti la trattativa si trasforma in imposizione. Non ci sono molti casi in cui un nemico, grazie alla trattativa si trasforma in un soggetto non ostile, anzi non ce ne sono proprio. Sempre la trattativa, i colloqui ufficiali, sono venuti dopo un processo, per ufficializzare la pace.
E' questo il caso di Sadat che parlò alla Knesset nel 1977. Ma già prima non era più un “Nemico”. Mai altrimenti sarebbe andato a parlare a visitare il parlamento dell' ”entità sionista”. Come sarebbe stato possibile per un capo di governo parlare ad un parlamento di uno stato del quale non riconosceva l'esistenza?

Sono molti i casi nei quali con la trattativa si cerca di imbonire il nemico o addirittura renderlo amico, finiti nel disastro più totale.
Fondamentale è capire “Come mi vede l'altro?”. Se nei confronti di una nazione non democratica si cerca con perseveranza la trattativa, quindi il compromesso l'altro non potrà che vedere un segno di debolezza, crederà di essere in una posizione di superiorità e vantaggio. Perché scoprire il fianco, altrimenti? E se il nemico si mostra debole, approfittarne è d'obbligo. Qualche esempio?

Cominciamo dagli anni '30 dell'appeasement nei confronti dell'aggressività nazi-fascista. Ovvero come le democrazie europee permisero ad Hitler di iniziare la guerra nel momento e nella posizione più favorevole possibile. Nel 1935, Hitler violò gli obblighi del trattato di Versailles sul disarmo, l'ambasciatore Britannico volò a Berlino, ignorando la violazione e credendo che i problemi si risolvano da soli stipulò un nuovo trattato per limitare le forze navali. Si mise in una posizione di inferiorità ed ovviamente Hitler ne approfittò. Di lì a poco iniziò la costruzione della più grande e potente nave da battaglia che il mondo avesse mai visto: la Bismarck.
Quando Mussolini rese nota l'intenzione di conquistare l'Etiopia, il ministro degli esteri francese diede l'assenso, sperando di ottenere l'appoggio italiano contro la Germania; l'ambasciatore Britannico fu così solerte e servile nell'offrire una parte del Somaliland inglese, che convinse il Duce dell'irrimediabile decadenza politico-militare delle democrazie. L'anno successivo l'invasione dell'Etiopia si ebbe l'asse Roma-Berlino.

I famosi accordi di Monaco del 1938 non furono un incontro, ma ben tre, ciascuno convinse maggiormente Hitler che le democrazie occidentali erano disposte a qualsiasi concessione pur di evitare la guerra. E fu così che prese la Cecoslovacchia e successivamente la Polonia. Che motivo aveva di ritenere che Gran Bretagna e Francia erano disposte a “morire per Danzica”? La debolezza occidentale convinse poi Stalin a stipulare un patto con la Germania.
Come disse saggiamente Churchill: “Gran Bretagna e Francia potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore. Avranno la guerra ”
Dopo la guerra nonostante avesse una nazione ed un esercito completamente stremati, Stalin fece credere il contrario e poté facilmente instaurare in Europa orientale una pletora di regimi fantoccio.Il conflitto con l'URSS si delineò naturalmente. La non chiarezza statunitense riguardo ai suoi interessi fece pensare che la Corea del Sud potesse essere invase senza temere reazioni.La stessa cosa si ebbe con il blocco di Berlino. Pensavano che l'occidente avrebbe facilmente gettato la spugna. Chissà dove avevano prese questa idea.
Nel primo incontro fra i capi di Stato USA-URSS dopo la guerra, nel '55 fece illudere di aver fatto il primo passo verso la pace. L'anno dopo, Kruscev con i carrarmati schiacciò nel sangue la rivoluzione ungherese. Lo stesso anno con la crisi di Suez, l'URSS minacciò usare armi atomiche contro Londra e Parigi.
Nel 1959 Kruscev fece visita in America, un altro “primo passo per la pace” tanta cordialità, ma I colloqui non portarono a nulla, se non alla decisione di indire un altro summit, che si aprì nel maggio del 1960 non ebbe alcun effetto. Un altro incontro si tenne a Vienna l'anno successivo fra il neoeletto Kennedy e Kruscev che promise che l'Unione sovietica non avrebbe effettuato test nucleari se altri paesi non l'avessero fatto a loro volta. Gli altri paesi non effettuarono alcun test. In ottobre I sovietici fecero esplodere una bomba da 58 megatoni, la più potente di tutti i tempi. Nel '62 ci fu la crisi dei Missili di Cuba. E' interessante notare come nelle sue memorie Kruscev si definì compiaciuto nel constatare che Kennedy cercasse ogni modo per appianare i conflitti fra le due potenze. Come si sentiva forte il leader sovietico, tanto che due anni dopo fece erigere il muro di Berlino. Un modo esemplare per appianare i conflitti e spianare la strada per la pace.

I colloqui fra Johnson e Kosygin nel 1967 anch'essi salutati con radiose speranze di pace furono il preludio alla repressione della primavera di Praga e all'offensiva comunista del Tet. Con Nixon e Breznev nel '72 si ebbero gli accordi di limitazione dei missili, a vantaggio sovietico.Si disse che era posta un altra “pietra miliare nel processo di pace”. L'anno dopo l'URSS armò Siria ed Egitto per l'attacca ad israele e minacciò di intervenire nel conflitto. Nel 1973 Kissinger e Le Duc Tho stabilirono il ritiro congiunto dal Vietnam del SudGli Americani si ritireranno, i nord-vietnamiti completarono la conquista del Sud. Creando la tragedia dei boat people, l'occupazione del Vietnam del sud ele successive repressioni portarono ad un numero di vittime le cui stime arrivano al milione. Entrambi vinsero il nobel per la pace. Mai premio per la pace fu tanto sudicio di sangue. Questi furono i grandiosi risultati della distensione.

Jimmy Carter nel '79, dopo aver assistito alla caduta di alcuno paesi sotto l'influenza sovietica, convinto che infondo l'Unione Sovietica (in posizione più favorevole che mai), volesse la pace, firmò un nuovo trattato di limitazione dei missili al termine del quale baciò e abbracciò appassionatamente uno stupito Breznev. Pochi mesi dopo l'URSS invase l'Afganistan.

Il conciliante Clinton nel '94 stipulò un accordo con la Corea del Nord per evitarne l'ottenimento dell'arma atomica. Cosa che ovviamnete non la fermò.

Venendo ai giorni nostri è importante riflettere su un disastro mancato, nel 2006 l'IRAQ STUDY GROUP consigliò un ritiro dall'Iraq contestualmente alla trattativa con Iran e Siria (che sostengono guerriglia e terrorismo nel paese), argomentando che a loro non sarebbe convenuta l'instabilità e la catastrofe umanitaria in Iraq. Considerando che loro ne sono i primi artefici, sono regimi, che , come l'Iran non esitò, durante la guerra con l'Iraq (1980) ad utilizzare migliaia di ragazzini martiri come carne da macello per bonificare i campi minati, dietro la promessa del paradiso. La Siria che per sedare una rivolta islamista di Hama, trucidò 36,000 suoi cittadini, stando al vanto di uno dei suoi mandanti. Chissà quanto glie ne importa dei cittadini Iracheni.

Ma Bush ha giocato la sua sultima risorsa politica nel “Surge” di Petreaus, sostenuto solo da McCain, che da tempo proponeva un intervento simile.
Se adesso la vittoria sembra a portata di mano, non è certo per la magnaminità di Iran e Siria, ne grazie ad Obama che al “surge” si è sempre opposto e ne ha denigrato e minimizzato i primi effetti, fino a che non ha potuto che riconoscere il suo funzionamento.

In definitiva, bisogna parlare con I propri nemici, ma quando già essi non sono più propensi ad esserlo, come già Sadat con Israele. “Non è parlando che si può convincere dei lupi a convivere con degli agnelli o a trasformarsi essi stessi in agnelli” . Bisogna considerare che I regimi messianici apocalittici come quello iraniano ragionano con categorie molto differenti da quelle laiche occidentali.
In genere i ragimi dittatoriali sono in guerra con i loro stessi cittadini, è illusorio credere alla pacificazione con uno straniero legittimandoli non si fa altro che prolungarne la vita, a danno a umiliazione dell'opposizione interna. Tutti I colloqui fatti con l'Iran non lo hanno spostato di un millimetro dalle sue ambizioni nucleari. Anzi l'hanno incoraggiato e convinto della debolezza dell'Occidente. Come diceva Teddy Roosvelt “Parla a bassa voce, ma porta con te un grosso randello: andrai lontano ”. Bisogna guardare la ruvida realtà e non i sogni; il linguaggio della forza è, purtroppo, il solo che certa gente è constretta ad intendere.

Bombardare le installazioni nucleari Iraniane è necessario, come ultima risorsa. L'unica soluzione per evitarlo non è inviare un altra volta Solana o la trattativa di Obama che porterebbe solo ad una ulteriore, inutile umiliazione occidentale, ma tentare di portare al massimo livello l'isolamento e l'embargo e sperare in una rivoluzione del popolo Iraniano che l'Occidente dovrà con vigore sostenere. Questo è il piano di McCain.