martedì 11 dicembre 2007

Attentati ad Algeri e "torture" della Cia , una riflessione


Due cose mi hanno colpito oggi, gli infami attentati ad Algeri e la polemica sull'ex ufficiale della Cia che giustifica un metodo definito di tortura per far parlare i terroristi.
Veniamo al primo.
Algeri, due quartieri nel sangue nel giro di pochi minuti. Il primo, un autobomba su uno scuolabus, il secondo un kamikaze davanti alla sede dell’Alto commissariato dell’ONU per i rifugiati. Tipico. Prima strage più infame, verso i più innocenti e poi contro un simbolo di pace e speranza.
Gli attentati che contano più di 60 vittime sono avvenuti poco dopo uno scontro armato dove hanno perso la vita quattro poliziotti, non sono ancora stati rivendicati. Ma la mano è molto probabilmente quella di Al-Qaida. Il numero 11 del mese salta lampante all'occhio, 11 settembre 2001, New York, 11 marzo 2004 Madrid, 11 luglio 2006 Bombay, e ancora ad Algeri 11 aprile dell'anno scorso.
Un richiamo all'assedio di Vienna l'11 settembre 1683 mise definitivamente la parola fine all'espansione islamica in Europa? Secondo gli ideologi del terrore, questa è la prosecuzione della lotta contro gli infedeli e gli eterodossi?

Veniamo alla seconda notizia.
Personalmente sono contro la tortura, e certamente in casi normali, tali metodi sarebbero da appellarsi alla corte dei diritti umani. Ora io non so le specifiche dei casi, ma quello descritto, il Water-boarding (tenere la testa del detenuto avvolta in un asciugamano sott'acqua) sottoposto ad Abu Zubayda ha permesso secondo l'ufficiale della Cia di prevenire altri attacchi e di avere notizie utili per la cattura di altri terroristi.
Stendiamo un velo pietoso su quelli che non vedono le torture sistematiche e ben più brutali dei paesi mediorientali (1) e non democratici di vario genere. Per non parlare della fabbrica di torture e teste tagliate che è Al-Qaida.

Veniamo a noi che su quelle cose non tacciamo. Un tribunale sicuramente condannerebbe questi metodi "poco ortodossi", ma se questo è il solo metodo per sventare attentati e salvare innocenti vite umane, bè come posso seriamente oppormi? Chi di noi non vi ricorrebbe se potesse sventare un attentato nel suo paese o addirittura nella sua città? E solo perchè avvengono in "luoghi lontani" bisogna rispettare l'etichetta in nome del regolamento?
Non stiamo parlando di mutilazioni, pestaggi o danni permanenti. Stiamo parlando di maltrattamenti (a scopo psicologico) e di un grosso spavento.

La guerra è guerra e il lusso del rispetto delle regole convenzionali è spesso troppo alto.

(1) Fra l'altro i detenuti di guantanamo si appellano alle corti dei diritti umani per restare là e non tornare nelle loro patrie galere dove verrebbero torturati.


----Aggiornamento----

Al-Qaeda rivendica attentato all'Onu
Come dice giustamente Aribandus, non ce ne era bisogno.

8 commenti:

Jean Lafitte ha detto...

aribandus è sempre in prima fila nel sostenere la bontà della tortura.

"Non stiamo parlando di mutilazioni, pestaggi o danni permanenti. Stiamo parlando di maltrattamenti (a scopo psicologico) e di un grosso spavento."

ma neanche si vergogna a scrivere certe (demenziali) bestialità. con la tortura non si ottiene nulla. chi non sa si inventa una confessione. è assolutamente inutile. se vuoi sventare un attentato infiltra i tuoi agenti nei gruppi terroristi .

Beppe ha detto...

Non capisco perchèmi dai del "Voi"...

Non sarai mica fascista?

Ah ho capito, guarda che non l'ha scritto arbandus, ma io.

E ribadisco ciò che ho scritto.

Jean Lafitte ha detto...

"Non capisco perchèmi dai del "Voi"

sei ubriaco o cosa?

Beppe ha detto...

"ma neanche si vergogna a scrivere certe (demenziali) bestialità"


era ironia,
IO ho scritto quel post, e tu hai commenteato come se fosse aribandus.

Anonimo ha detto...

no guarda io parlavo proprio di aribandus

Beppe ha detto...

allora cosa c'entro io?

ad un commento ad un mio post parli di lui.(lo ami prorpio allora)

PS
guarda che si era capito che parlavi di lui. l'hai anche nominato.
Certo che l'ironia non la capicsci proprio.

In un commento ad un mio post tu parli di quello che pensa Aribandus, e faccio tipo, "che che parli con me?" puoi commentare me anzichè lui

Jean Lafitte ha detto...

io parlavo di aribandus. quindi che vuoi? certo che se dici le stesse cose parlo di entrambi. non è che vado a simpatia. quando uno dice una cazzata lo dico

Anonimo ha detto...

Django, non farci caso, JLF è uno che passa la vita a diffamarmi sui blog altrui, non capisce come mai la pedofilia è un male, ed è costretto a dire cazzate per sostenere che io dico cazzate.

Aribandus