mercoledì 21 marzo 2007

PAOLO VI alle Brigate Rosse


LETTERA DEL SANTO PADRE PAOLO VI
ALLE BRIGATE ROSSE


Io scrivo a voi, uomini delle Brigate Rosse: restituite alla libertà, alla sua famiglia, alla vita civile l'onorevole Aldo Moro. Io non vi conosco, e non ho modo d'avere alcun contatto con voi. Per questo vi scrivo pubblicamente, profittando del margine di tempo, che rimane alla scadenza della minaccia di morte, che voi avete annunciata contro di lui, Uomo buono ed onesto, che nessuno può incolpare di qualsiasi reato, o accusare di scarso senso sociale e di mancato servizio alla giustizia e alla pacifica convivenza civile. Io non ho alcun mandato nei suoi confronti, né sono legato da alcun interesse privato verso di lui. Ma lo amo come membro della grande famiglia umana, come amico di studi, e a titolo del tutto particolare, come fratello di fede e come figlio della Chiesa di Cristo.

Ed è in questo nome supremo di Cristo, che io mi rivolgo a voi, che certamente non lo ignorate, a voi, ignoti e implacabili avversari di questo uomo degno e innocente; e vi prego in ginocchio, liberate l'onorevole Aldo Moro, semplicemente, senza condizioni, non tanto per motivo della mia umile e affettuosa intercessione, ma in virtù della sua dignità di comune fratello in umanità, e per causa, che io voglio sperare avere forza nella vostra coscienza, d'un vero progresso sociale, che non deve essere macchiato di sangue innocente, né tormentato da superfluo dolore. Già troppe vittime dobbiamo piangere e deprecare per la morte di persone impegnate nel compimento d'un proprio dovere. Tutti noi dobbiamo avere timore dell'odio che degenera in vendetta, o si piega a sentimenti di avvilita disperazione. E tutti dobbiamo temere Iddio vindice dei morti senza causa e senza colpa. Uomini delle Brigate Rosse, lasciate a me, interprete di tanti vostri concittadini, la speranza che ancora nei vostri animi alberghi un vittorioso sentimento di umanità. Io ne aspetto pregando, e pur sempre amandovi, la prova.

Dal Vaticano, 21 aprile 1978

PAULUS PP. VI


Questa lettera veniva scritta dal Papa Paolo VI alle Brigate Rosse, che pur implorando "in ginocchio" dice : senza condizioni.
Il Papa colui che per motivi religiosi più al modno tiene in alta considerazione la vita umana, non un capo di governo, che anchesso ha responsabilità a salvaguardare la dignità e l'onore di una nazione (o meglio, dovrebbe).
La vergogna che provo in quanto italiano ora, è ancora maggior nel ricordo della fermezza e la dignità che dimostrammo in occasione del sequestro Moro.
Sono stati liberati cinque terroristi. Hanno già dichiarato che torneranno a combattere la "guerra santa", sarà cinismo, ma questa liberazione quante vite costerà?

1 commento:

Anonimo ha detto...

chi lo sa? il pugno duro non ha risparmiato moro e nessuno altro.
il compito della politica è mediare. se non media la politica ha fallito. tu quindi che sei contro la mediazione, sei contro la politica e quindi anche contro la "democrazia" con cui ti riempi la bocca.
JL