giovedì 10 maggio 2007

Libertà di parola condizionata per un associazione

Immaginate un associazione culturale, dove non è necessario iscriversi, ma per esserne partecipanti basta essere convinti in ciò che dice.
Questa associazione è talmente importante che è seguita da milioni di persone in tutto il mondo. Principalmente si occupa dei Grandi Perchè, la vita, il suo significato, cosa c'è dopo, il bene, il male, insomma cose di questo tipo. E per tutto ciò ha sviluppato una sua teoria.
E' un associazione antichissima, tanto antica e importante che ha influito, anzi è stata fra i maggiori artefici con il suo pensiero, della civiltà Occidentale. E' innegabile che questa associazione in passato abbia fatte delle cose veramente brutte, arrogandosi diritti che non aveva, costituendo uno Stato e complici altri Stati ha imposto il suo pensiero. Ma sono passati molti secoli, e ha pubblicamente e ampiamente chiesto scusa per quegli errori.

Veniamo all'oggi, questa associazione continua a spiegare i suoi Perchè e continua a propagandare la sua teoria. Ma in uno Stato, che per la privacy non dirò quale, importanti forze politiche vogliono zittirla, non perchè vada contro la costituzione di quello Stato o perchè sia un problema per l'ordine pubblico, no. Perchè continua a esprimere le sua idee, perchè dice che secondo lei certe cose non si fanno, perchè non sono giuste. Tutto qui. Non obbliga nessuno a pensarla come lei, esprime un punto di vista.
Come si chiama questo Stato oppressivo? Italia.

Non so se si era capito, ma questa associazione si chiama Chiesa.
Non sono un credente, e sono libero di fare e pensare diversamente dalla Chiesa, nessuna guardia svizzera mi ha mai minacciato con l'alabarda perchè non faccio ciò che dice la Chiesa.
Chi dice che la Chiesa si "intromette" dimentica che è suo diritto dire secondo lei cosa è giusto e cosa non lo è. Dimentica che la libertà di parola è riconosciuta dalla costituzione.
Vuole scomunicare qualcuno? e chi se ne frega, cambia qualcosa? Fa pressioni sui politici? E uno scrittore, un intellettuale che dice la sua su una legge cosa fa? Ha la colpa di essere seguita?
Puoi dire ciò che vuoi, ma se influisci no?
Puoi dire ciò che vuoi a patto che nessuno ti segua?
Mah...

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