fonte: www.freedomhouse.org
rapporto 2006
Cuba continua ad avere le leggi più restrittive sulla libertà di stampa e di parola del mondo. La costituzione proibisce la proprietà privata dei media e permette la libertà di stampa e di parola soltanto se “sono conformi agli obiettivi di una società socialista". Le strutture legali ed istituzionali di Cuba sono saldamente sotto il controllo del governo. Il codice penale del paese fornisce la base giuridica per la repressione del dissenso e con la scusa della sicurezza e della protezione ci sono leggi che limitano la libertà di parola e che puniscono “la propaganda nemica e la diffusione “delle notizie non autorizzate". L' "offesa alla dignità dello Stato e dei suoi rappresentanti" portano a pene da tre mesi a un anno di carcere, oppure fino a tre anni se è oggetto della critica il presidente, i membri del Consiglio di Stato o l'Assemblea nazionale .
C'è una legge della "dignità nazionale", che prevede 3 - 10 anni di prigione per “chiunque che, in una forma diretta o indiretta, collabora con i mezzi di informazione del nemico" e colpisce le agenzie di notizie indipendenti che trasmettono il loro materiale all'estero. I pochi giornalisti che lavorano per le agenzie di notizie indipendenti, scrivono articoli per siti web stranieri, o pubblicano i bollettini clandestini, sono controllati e ordinariamente terrorizzati, arrestati, interrogati o imprigionati. Nel migliore dei casi sono accusati di denigrare la rivoluzione Cubana. Nel peggiore di collaborare come controrivoluzionari per il governo degli Stati Uniti o i cubani in esilio. La maggior parte dei 28 giornalisti arrestati nel marzo 2003 facenti parte di un gruppo di 75 dissidenti erano accusati di collaborazione con gli USA.
Attualmente rimangono detenuti e molti di loro soffrono dalle malattie croniche dovute all'alimentazione in prigione. Uno di loro, Mario Enrique Mayo Hernandez, che si è ferito ed ha intrapreso uno sciopero della fame per richiamare l'attenzione sulla sua condizione è stato liberato su consiglio del medico in dicembre.
Le autorità inoltre hanno incarcerato ed espulso cinque giornalisti stranieri che a Cuba avevano partecipato ad una riunione di 200 attivisti e oppositori del governo . Il partito comunista controlla tutti i media nazionali, compresa tutta la stampa. I cubani non hanno accesso ai media stranieri, anche se alcuni giornali internazionali sono venduti negli hotel. Il governo continua a disturbare le trasmissioni radio dagli Stati Uniti.
Anche se migliaia di studenti ricevono l' insegnamento delle nuove tecnologie e il ministro delle telecomunicazioni, Ignacio Gonzalez Planas ha dichiarato ripetutamente che Internet è essenziale per lo sviluppo del paese, il governo fa di tutto per limitare l'accesso a Internet.
La vendita del materiale informatico è controllata rigorosamente, l'accesso del Internet e le E-mail sono controllate molto attentamente per quel 1,3 % della popolazione con accesso ad internet nel 1995.
Che bel paradiso, mandiamoci Diliberto
giovedì 26 aprile 2007
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6 commenti:
lo sai che ci ogni anno decine se non centinaia di studenti statunitensi vanno a studiare nelle università cubane? no, non lo sai
JL
A Cuba puoi sfottere Castro e Guevara e passarla liscia ?
No.
Senza offesa, ma credo che il tuo articolo sia banale e privo di contenuto.
Tu hai scritto: "Il codice penale del paese fornisce la base giuridica per la repressione del dissenso e con la scusa della sicurezza....."
Leggi l'articolo 246 del codice penale (italiano): Il cittadino che riceve o si fa promettere dallo straniero denaro o
qualsiasi utilità al fine di compiere atti contrari agli interessi nazionali, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con la reclusione da tre a dieci anni (...)
Tu hai scritto: L' "offesa alla dignità dello Stato e dei suoi rappresentanti" portano a pene da tre mesi a un anno di carcere (senza citare la fonte)
Io ti dico, leggi questi articoli del codice italiano.
Art. 278: Chiunque offende l`onore o il prestigio del Presidente della Repubblica è punito con la reclusione da uno a cinque anni
Art. 290: Chiunque pubblicamente vilipende la Repubblica, le Assemblee legislative o una di queste, ovvero il Governo o la
Corte Costituzionale o l`Ordine giudiziario, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.
In tutto ciò non hai minimamente analizzato la situazione Internet, dal punto di vista del blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti.
Spero in una tua risposta
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